Profilo Professionale Assistenti alla Comunicazione – 1.Premesse

Legge 69/00 (Integrazione Handicap)

Legge 22 marzo 2000, n. 69 (in GU 28 marzo 2000, n. 73)

Interventi finanziari per il potenziamento e la qualificazione dell’offerta di integrazione scolastica degli alunni con handicap.

[…]
Il Ministero della pubblica istruzione, di concerto con il Ministero del lavoro, con proprio decreto individua il profilo professionale dell’assistente alla comunicazione e ne definisce il percorso formativo.

Sono trascorsi  11 anni e il Profilo Professionale dell’assistente alla comunicazione è ben lontano dall’essere anche solo oggetto di discussione.

Quali i motivi?
Se si mettesse mano al profilo professionale dell’Assistehnte alla Comunicazione si rischierebbe di accellerare il processo di professionalizzazione degli assistenti stessi, si toglierebbe cioè dal limbo un lavoratore che in questo momento viene trattato alla stregua di uno stagionale, formato con percorsi di formazione schizofrenici e spesso contraddittori, così come i requisiti richiesti dalle varie Provincie per poter accedere all’assistenza ai disabili sensoriali.
Si passa infatti dall’Alta Formazione post laurea a corsi di formazione professionali post diploma o brevi corsi di formazione non qualificanti né professionalizzanti.

L’anomalia Agrigentina è esemplificativa in questo senso: l’assistente alla comunicazione opera solo all’interno della scuola, deve avere un non meglio definito titolo di Assistente alla Comunicazione e diploma. Se e solo se l’utente comunica prevalentemente con la L.I.S. si richiede un assistente alla comunicazione esperto in L.I.S. (evidentemente ad Agrigento c’è notizia di Assistenti alla Comunicazione per sordi che non sono in possesso delle competenze in Lingua Italiana dei Segni) in subordine all’Assistente alla Comunicazione esperto in L.I.S. va bene anche il non definito tecnico del Linguaggio dei Segni, un 1°, 2°, 3° livello in Lingua Italiana dei Segni o, ultima opzione, un Interprete della Lingua Italiana dei Segni…
Mostrando una evidente ignoranza circa le figure citate, la Provincia Regionale di Agrigento dovrebbe chiarire prima a se stessa e poi agli altri chi sia l’Assistente alla Comunicazione, partendo da ciò forse riuscirebbe a tirar fuori qualcosa di più corretto.

Ma il colou lo si raggiunge con l’incarico pomeridiano dove non si parla più di assistente alla comunicazione ma di aiuto integrato psicopedagogico, non si richiede cioè la competenza dell’Assistente alla Comunicazione, ma un mero insegnante di recupero scolastico in possesso di diploma per le scuole di primo grado e di Laurea per le scuole medie e superiori.

E’ evidente che anche qui qualcosa non torna e non torna volutamente, non torna perché si ritiene che si possano fare politiche di sostegno scolastico senza avere cognizione di causa delle problematiche, delle necessità e delle competenze richieste al fine di fare davvero integrazione.

Allo studente sordo non necessita un aiuto per i compiti, non più di quanto non sia necessari a qualunque altro bambino. Allo studente sordo occorre qualcuno che compensi le sue lacune linguistiche, l’assistente alla Comunicazione domiciliare deve semplicemente rendere accessibile i testi scolastici. Tutto qui (… sembra poco? Non lo è). L’attività di elaborazione dei contenuti va fatta dallo studente,  se oltre alla sordità ci sono altre problematiche l’assistente alla comunicazione adegua l’intervento, ovvio, e tutto si complica. E generalmente tutto si complica perché la sordità è spesso accompagnata da problematiche altre, prime tra tutte quelle collegate alle capacità del corpo docente di rispettare la presenza di un alunno sordo nel gruppo classe.

Come può un assistente allo studio che non conosce le problematiche conseguenziali all’essere sordo, che non sa quanta diversità ci sia tra l’una e l’altra situazione delle sordità, che non sa osservare, raccogliere dati significativi, applicare  metodologie didattiche specifiche… come può portare lo studente sordo all’espressione delle sue capacità? Nel campo delle relazioni d’aiuto, ambito in cui la nostra professione si inserisce a pieno titolo, la buona volontà ha quasi sempre fatto danni enormi se non unita alla padronanza delle competenze appropriate.

Informazioni su tasti

Aspirante Panificatrice, ex assistente alla comunicazione, Blogger?
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3 risposte a Profilo Professionale Assistenti alla Comunicazione – 1.Premesse

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  2. MARIA LUISA FISICHELLA ha detto:

    salve sono una corsista LIS dell’ente ENAIP di catania,e quanto citato nell’articolo corrisponde a tutto ciò che il mio prof. di diritto ci ha detto per quanto riguarda questa figura professionale, non c’è una legge quadro che stabilisce questa figura professionale uguale per tutta l’italia e cosi anche i corsi di formazione,allora mi chiedo non è arrivato il momento di fare qualcosa in merito a questo problema? MARIA LUISA FISICHELLA

  3. tasti ha detto:

    @MARIA LUISA FISICHELLA … ciao, in effetti stiamo cercando di fare un gruppo regionale, ci puoi trovare su Facebook “Assistenti alla Comunicazione Sicilia”. Siamo già in quasi 300, ma da catania sono arrivate pochissime adesioni..

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